Alessandro Borghese ha girato il mondo ma non dimentica le sue origini: la cucina di papà Luigi, le feste con mamma Barbara Bouchet e la moglie Wilma Oliverio, con la quale la vita è un… videogioco, da prendere seriamente
È uno degli chef più amati, indubbiamente uno dei meno ‘cattivi’. Alessandro Borghese, padrone di casa di più di un cooking-show di successo, a partire da 4 Ristoranti, è sempre la risata pronta e quel pizzico di ironia ce non guasta mai. «Non l’ho mai capita questa cosa che i cuochi devono essere cattivi – ha spiegato in un’intervista al podcast Tintoria – la cucina è una cosa seria perché mangiare è una cosa seria, ma non sono un cardiochirurgo quindi anche meno. Mangiare è gioia, condivisione, divertimento, famiglia, cultura. È un lavoro stressante, ma non bisogna necessariamente lanciare piatti, anch’io ogni tanto mi incazzo, ma non così tanto. Poi ho la cucina a vista quindi mi si vede se mi incazzo».
Un viaggiatore tornato a casa
Il 47enne chef, figlio dell’attrice Barbara Bouchet e di Luigi Borghese, ha girato il mondo: è nato a San Francisco, si è imbarcato per lavorare sulle navi da crociera, a lavorato a Londra, in California, a Parigi, è tornato in Italia per poi volare a New York. E alla fine è tornato a casa, a Roma, dove è nato, quindi a Milano, dove ha aperto il suo famoso ristorante. Ma la sua cucina resta quella italiana, con la nota ‘cacio e pepe’ che per lui è un vero gioiello. «Mangiare è gioia e cultura, ogni studente dovrebbe conoscere almeno un piatto della sua regione – racconta Alessandro – nessuno cucina più, viviamo tutti di Glovo e Just Eat ed è pieno di giapponesi e poke, ma ci stiamo scordando della cucina regionale italiana».
Ha iniziato con papà Luigi
Alessandro le sue origini non le ha dimenticate, e non solo nella sua cucina. Luigi Borghese, napoletano, padre del cuoco, è scomparso qualche anno fa. Ma lo chef racconta come l’amore per la cucina sia nato proprio con lui: «Con papà preparavamo i classici, come il capitone e alcune specialità partenopee, per esempio il babà, che lui adorava; i Natali erano legati al pesce al forno, all’acqua pazza, che facevo insieme a lui, mentre mia madre si occupava dell’atmosfera, delle decorazioni e della musica. Ancora adesso, se ci ripenso, mi pare di sentire il rumore della puntina sui suoi vinili da collezione a tema natalizio».
La vita è un gioco… anche in amore
L’allegria e l’entusiasmo di Alessandro Borghese sono contagiosi, e non è strano quindi come l’amore lo abbia trovato grazia a un gioco, in particolare un noto videogioco legato alla cucina. Quindici anni fa infatti Borghese si è innamorato di Wilma Oliverio: «Stavamo lavorando al videogioco Cooking Mama e cercavamo uno chef giovane e brillante. Alessia Ventura, che avevo conosciuto a Ok Il prezzo è giusto, mi ha dato il numero di Alessandro» ha raccontato Wilma. Ed è stato davvero un amore a prima vista. «Sì, è stato un grande colpo di fulmine. Io ero fidanzatissima, anche se pensavo solo al lavoro e non a metter su famiglia. Ma lui è stato un ciclone che mi ha letteralmente travolto. E mi piace pensare che sia stato lo stesso anche per Ale». Oggi Wilma lavora per la società di food consulting & advertising fondata insieme al marito. Ma non è in secondo piano, anzi: l’anno scorso la rivista Forbes l’ha inclusa nella lista delle donne più rilevanti dell’anno. La coppia ha anche due figlie, Arizona e Alessandra, nate rispettivamente nel 2021 e nel 2016.
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