Alessio, da frate a commesso: “La vera vita è adesso”

Parlare ed insegnare spetta al maestro. Tacere ed ascoltare, si addice al discepolo”, spiegava, anzi consigliava San Benedetto, e Alessio (giovane uomo di 40 anni) nella sua vita precedente altro non fece che ascoltare i suoi maestri anzi la sua comunità. Ebbene sì, oggi Alessio per tutti è un normalissimo commesso che lavora per vivere, finito il lavoro si incontra con gli amici (questo prima del covid). Ama la musica, ama sorridere, divertirsi, ama essere libero e spensierato. Ma appena quattro anni fa, Alessio era Fra Ludovico”.

Ma facciamo un passo indietro.

Quattro anni fa, Alessio vestiva i panni di Fra Ludovico in un monastero di clausura. Monastero che lo accolse a soli 23 anni. E venti furono gli anni che Alessio passò fra le mura del monastero dove le sue giornate erano scandite da preghiera e lavoro. Ma non fu tutta rose e fiori la vita monastica. Alessio ne uscì fuori dopo vent’anni, per violenze psicologiche subite dalla stessa comunità che lo aveva accolto. Ad oggi il desiderio di Alessio è raccontare tutto ciò che gli è successo, nonostante avesse scelto e amasse la vita che lui stesso aveva desiderato sin da giovane. Una vita che oramai (a causa di terzi), non gli apparteneva più.

Alessio, quando si pensa alla vita monastica e ai monasteri, la mente rimanda al film di Marcellino pane e vino”, dove si vedono i frati (anche se in povertà), cantare, amare, pregare.

(Sorride) hai ragione, però non è così. Ti dico che le comunità dovrebbero essere così, ma non lo sono. La vita qui sulla terra preannuncia la vita che ci aspetta li vicino a Dio e quindi dovremmo cercare di essere più buoni possibili. Ma il più delle volte, non lo siamo. Quindi chiunque voglia entrare in seminario gli dico di non avere fretta. E mi prendo la mia responsabilità quando vi dico che i seminari minori andrebbero chiusi.

Perché andrebbero chiusi?

Perché non fanno altro che creare disagio all’interno delle comunità e della Chiesa stessa. Un seminarista minore è ancora minorenne e quindi ha bisogno di fare esperienza. Quando si entra in seminario da minori, si diventa uomini in seminario e cosi vengono a mancare le esperienze formative della vita. Facendo ciò ci ritroviamo nei seminari maggiori sacerdoti che non dovrebbero essere li e che sarebbe stato meglio che non fossero mai stati ordinati. E’ giusto che il prete viva Cristo e segua il Cristo povero, casto ed obbidiente, ma se ti rendi conto che quella non è più la tua vita abbi il coraggio e la coscienza di andar via. Lascia tutto e vai via, anche se avrai tanta gente che ti giudicherà e che non capirà. Ma a te non deve interessare, perché la verità la sai e la saprai sempre e solo tu.

Perché chi resta preferisce soffrire, piuttosto che andar via? Ecosì difficile uscirne?

Non è difficile uscirne. La Chiesa è così misericordiosa che sta vicino a chi si sente in difficoltà. Molti lo vedono come un lavoro, ogni mese i preti ricevono un loro stipendio. E questo lo devi scrivere, perché sia chiaro. I religiosi, al contrario, non hanno stipendio, ed io non avevo stipendio. Vivono il voto di povertà assoluta, i preti ricevendo uno stipendio sono più “comodi”, è più facile scegliere la loro vita. A questo punto posso anche pensare che tante vocazioni non siano autentiche proprio per questo motivo. Ne conosco diverse.

Hai raccontato di aver subito maltrattamenti a livello psicologico. Ecco quando venivi punito cosa pensavi di te stesso? Ti sentivi sbagliato?

Umanamente pensavo: “Ma cosa ho fatto di sbagliato da essere percosso così”?. Guardando però il mio rapporto con Dio mi dicevo che dovevo migliorare e volevo migliorare, con l’aiuto di Dio. Sappi che la nostra vita è già scritta, ed io sono convinto che Dio aveva un progetto divino per me. E quindi non doveva proseguire così il mio cammino, io non dovevo andare via e averlo fatto (perché costretto da una vita che mi ha fatto tanto male), per me ad oggi è come vivere un lutto.

Ora che sei Alessio e non più Fra Ludovico, come la vedi la tua vita passata?

A distanza di tempo ti dico che se ora vivessi lì avrei reagito (a tante brutte storie) in modo completamente diverso. Avrei cercato comunque di andare oltre e farmi scivolare addosso le offese e le umiliazioni ricevute.

SE TUTTE QUESTE COSE CHE OSSERVERAI, IO DA PARTE DI DIO TI PROMETTO LA VITA ETERNA

Credimi, sono parole che ancora rimbombano nella mia mente. Avevo affidato a quella comunità la mia vita e ci credevo. Tutto quello che sono oggi lo devo solo a me stesso. Quando sono tornato a casa ho cercato conforto e aiuto anche dai vescovi per poter recuperare il mio percorso ma purtroppo non ho mai ricevuto l’accoglienza che avrei sperato.

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