C’è una parola magica, che nella realtà è un controsenso e tra poco vi spiegheremo perché. Stiamo parlando del “NO”!
E’ una parola che va detta, e pronunciarla nel modo giusto è indispensabile per un cambiamento visibile della società. Accusato, nella sua eccessiva mancanza nelle comunicazioni, di essere uno dei fattori scatenanti dell’aggressività e della violenza, dire di no è un diritto che va insegnato sin da subito, perché è importante che il nostro interlocutore capisca il limite oltre il quale non deve spingersi. Vale per i bimbi come per i grandi, quando ad esempio intraprendiamo una nuova relazione e c’è qualcosa che non ci piace.
IL CERVELLO NON PERCEPISCE LA NEGAZIONE
Perché abbiamo detto che il no è un controsenso? Perché il cervello non percepisce la negazione. Non pensate a un elefante arancione! A cosa avete pensato? Ovviamente, a un elefante arancione che la vostra mente ha appositamente costruito per voi, in quanto inesistente. Quindi, come è meglio dire di no? Con fermezza, decisione, un tono di voce e uno sguardo autorevole, un linguaggio del corpo convincente e di conferma. Quante volte abbiamo sentito che le generazioni di oggi non sono abituate a sentirsi dire di no e vogliono tutto e subito, reagendo male al primo rifiuto netto? Tantissime. Beh è vero, ma questo non dipende solo dal fatto che ad esempio, in molte famiglie, i genitori si lasciano in qualche modo sovrastare dai figli, non avendo molto polso. Certo, questo è importante, perché il bambino già dai primi mesi di vita è in grado di apprendere cosa sia giusto e cosa sia sbagliato e questo è il momento di insegnargli il valore del no. Ciò che va detto è anche che svariate volte il modo in cui viene detto il no, non è autorevole non è deciso, ed è mescolato da un tono di voce e da un linguaggio non verbale, che in realtà trasmettono sì, ed è questa, la maggior ragione di caos e incomprensioni tra adulti. Come comportarsi quindi?
DIRE NO NELLA MANIERA CORRETTA
Trasmettendo il no nella maniera corretta, ovvero in modo deciso, senza incongruenze tra parole dette, tono di voce, mimica facciale e intero linguaggio del corpo. Allo stesso modo è importante insegnare a incassare i no, spiegando, che quello percepito come un rifiuto non è verso di loro in quanto persone, ma sulla singola azione. Il rifiuto fa male, perché fa riemergere il bambino che c’è in noi, anche se siamo adulti, ma è indispensabile imparare a elaborarlo, sentendo il dolore e dandogli modo di uscire per poi riflettere. Purtroppo, però, spesso viene affrontato nel modo sbagliato. Davanti a un rifiuto c’è chi cambia le carte in tavola, chi rinnega in modo da rendere il dolore accettabile e sopportabile, chi assume condotte evitanti, tipo non esporsi per non ottenere un no e nei casi peggiori c’è chi cova rancore e reagisce con rabbia.
IMPARARE AD ACCETTARE UN RIFIUTO
Le persone, però sono libere di dirci di no. È assolutamente legittimo che le persone non siano interessate alle nostre richieste. Prendere il no sul personale serve solo a soffrire inutilmente. Su qualsiasi cosa: un lavoro, un’amicizia, un’attrazione e questo è un concetto da memorizzare, ma che non deve minare la nostra autostima. È importante sapere incassare e andare avanti. Porre dei paletti è indice di rapporti equilibrati e maturi. Saper dire di no in modo deciso e coerente è fondamentale, come lo è saperli incassare nel modo più giusto.