Stefano Accorsi apre il suo cuore e racconta per la prima volta le sue storie con le ex e il grande amore per Bianca Vitali.
Stefano Accorsi è senza dubbio uno degli attori italiani più famosi nel mondo, noto per i suoi film ma anche… per la sua storia passata di latin lover. La sua lunga relazione con l’attrice e modella francese Laetitia Casta (che gli ha regalato due figli, Orlando e Athena), aveva fatto dell’attore bolognese un vero e proprio sex symbol ma, come ha raccontato lui in una lunga intervista, non era ancora arrivata Bianca Vitali, la donna che gli avrebbe rubato il cuore: “Io non mi ero mai sposato in vita mia, con lei l’ho fatto”.
Tutto è cominciato durante le riprese di 1992, la famosa e multi-premiata serie tv firmata Sky. “C’è stata una scena di bacio, eravamo in Sardegna, dopo abbiamo chiacchierato tutta la sera – racconta Stefano Accorsi – Ci siamo rivisti a Milano, poi in Sicilia dove era in vacanza e sono venuto a trovarla. Da allora non ci siamo più persi di vista, nonostante avessi due figli a Parigi, lavorassi in giro e lei invece studiasse Lettere moderne a Milano”.
Con un bacio finto la storia tra Stefano Accorsi e Bianca Vitali, più giovane di lui di 20 anni, è decollata davvero. “Sono stati anni di grandi spostamenti, ma sempre insieme: all’inizio io ero molto in Francia e in Italia molto meno, poi ci siamo installati a Milano, la città di Bianca, una città bella, internazionale ma con una dimensione piccola e comoda per andare a Roma e Parigi. Ci siamo sposati, è arrivato Lorenzo, poi Alberto – continua l’attore – Però al nostro matrimonio c’erano anche Orlando e Athena (15 e 12 anni, nati dalla relazione con Laetitia Casta, ndr) in prima fila con noi. Sembravano i testimoni oculari. Con Bianca stiamo insieme da nove anni, mio figlio Orlando ora vive con noi a Milano”.
Per concludere l’attore ricorda anche i pregi che gli hanno regalato le sue ex: “Quello che ho imparato da Giovanna Mezzogiorno era non volere compiacere. Laetitia Casta aveva una esposizione mondiale, ma non prendeva il lavoro come una missione. Mi ha fatto capire che avrei dovuto avere meno paura di sbagliare”.