La Sindrome di Rebecca: quando le storie del passato del partner diventano un’ossessione
Negli amori, a volte c’è una componente, che spesso viene descritta come normale o peggio sana, mentre non lo è affatto. Parliamo della gelosia, che va sempre tenuta d’occhio e non è mai segno di amore sano, e a volte può diventare una patologia, la Sindrome di Rebecca.
Tollerata la maggior parte delle volte nella sua forma più lieve, la gelosia scaturisce da insicurezze personali e spesso il passo verso quella patologica e ossessiva è breve. In particolare, la gelosia retroattiva, ovvero rivolta al passato del nostro partner, definita ‘Sindrome di Rebecca’, avvolge chi la prova in una vera ossessione per le storie passate della persona che è al nostro fianco. Può diventare distruttiva ma tenerla a bada si può! Ecco cinque punti fondamentali per capire di cosa si tratta e come affrontarla.
1) IL PASSATO È PASSATO
Il passato è per definizione, un periodo trascorso, concluso. A una mente razionale appare evidente come questa forma di ossessione per i fantasmi sia in realtà senza senso. Eppure, chi la prova non riesce a controllare la sua rabbia, ed è proprio su quella che è necessario lavorare.
2) IL CONTROLLO NON È AMORE
Lo scopo della gelosia retroattiva è quello di avere l’illusione di possedere un controllo totale sulla vita del partner. Si sviluppa sul passato, proprio perché ci consente di avere accesso a una parte della vita che non ha condiviso con noi. Tuttavia, oltre che inutile, il controllo è quanto di più lontano ci sia dall’amore ed è patologico.
3) UOMINI E DONNE, IN MODO DIVERSO
Colpisce in egual misura uomini e donne, ma i maschi sono più ossessionati dal passato sessuale della donna e lo dimostrano con infelici paragoni con le prestazioni degli ex. Le donne, invece sono ossessionate dal dubbio che un’altra, in passato sia stata amata più di loro.
4) UN SENSO DI INFERIORITÀ
Legata a paure di abbandono e scarsa autostima, la gelosia retroattiva porta a provare un senso di inferiorità nei confronti degli ex partner e al tempo stesso sfinisce l’amato/a con continue richieste di attenzioni, che inevitabilmente portano al senso di soffocamento e alla rottura del rapporto.
5) QUANDO DIVENTA PERICOLOSA
Spesso, chi è affetto da questa sindrome fa degli ex della persona amata la sua priorità di vita. Pensa costantemente a loro, si paragona, cerca info sui social e arriva, nei casi più seri a compiere atti persecutori come lo stalking.
Se vi ritrovate nella descrizione parlatene in coppia e soprattutto fatevi aiutare da un terapeuta. Tutto si può superare e insieme è ancora più bello!
CURIOSITÀ: PERCHÉ SI CHIAMA COSÌ
La sindrome di Rebecca prende il nome dal personaggio del celebre romanzo di Daphne du Maurier, Rebecca la prima moglie, a cui Alfred Hitchcock si è ispirato per uno dei suoi film più famosi. Il romanzo racconta la vita di una giovane donna, dama di compagnia, di un nobile rimasto vedovo. Rebecca è la moglie defunta, protagonista di invidia e gelosia da parte della seconda.
di Katya Malagnini
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