La scrittrice e artista di fama internazionale Melanie Francesca, arriva in libreria con la sua ultima fatica letteraria, l’avvincente romanzo Il Maestro, edito da Cairo Editore.
Ancora una volta, Melanie Francesca appassiona i lettori con la sua scrittura profonda e unica. Soprattutto, Il Maestro chiude la trilogia iniziata con L’Occidentale. Nel romanzo, la protagonista Anna racconta ancora la sua vita e la sua visione di donna occidentale in Medio Oriente, dove è alle prese con una cultura, una religione e delle tradizioni diverse. Divenuta parte di questa nuova società in cui vive con il marito musulmano ed emiratino e i figli, all’apparente conflitto tra occidente e Medio Oriente Anna trova nell’amore la soluzione più pacifica: una via da percorrere particolarmente in questo periodo storico dove sembra che tutti i valori occidentali siano contrapposti al non-occidente e, pare, non vi sia a questo conflitto una via d’uscita Una nuova e avvincente storia narrata dalle residenze di Anna di Abu Dhabi e Dubai snoda una narrazione che gira intorno alla libertà. Nonostante il personaggio viva all’interno di un contesto privilegiato cui intorno ruotano il lockdown e la sua vita agiata, lei sente il bisogno di ritrovarsi. Ecco, quell’io interiore è risvegliato dalla figura di un Maestro, che la esorta a scoprire e a coltivare, attraverso gli antichi insegnamenti provenienti da un mondo lontano, ad affrontare il mondo cui vive.
La scrittrice Barbara Alberti commenta così, Il Maestro: «Stavolta l’autrice mi ha fatto una grande sorpresa. Ero abituata alla sua satira amara, intelligente, esilarante sulla donna bionda che combatte una solitaria e impossibile lotta femminista negli Emirati, in L’Occidentale o La donna perfetta, e mi sono trovata davanti a una bellissima scrittura, delicata e profonda». Soprattutto, nei libri di Melanie Francesca, e qui ne Il maestro, emerge il ritratto del mondo mediorientale, tra il progresso postmoderno di architetture e una vita a sette stelle e la realtà apparentemente retrograda della tradizione del deserto. Ancora, emerge il pluralismo della cosiddetta terza cultura, che contempla la convivenza di una mescolanza di etnie, che convivono pacificamente anche se sotto l’uniformità di leggi ferree, una monarchia che alla fine risulta più libera della nostra apparentemente libertaria democrazia. Nel romanzo Il Maestro c’è questo sguardo profondo e preciso sulla società moderna e il suo futuro, dal punto di osservazione di un’Abu Dhabi sotto lockdown dove il greenpass arriva un anno prima che in Europa, ma dove da subito ospedali e strutture funzionano paradossalmente più che alle nostre latitudini. Si affronta il tema della famiglia, di chi laggiù si sente moralmente superiore agli europei perché “qui abbiamo ancora i valori”, e noi ci scopriamo pieni di ferite: forse è vero che da noi non si crede più a tante cose, che la famiglia è semidistrutta, che non c’è più Dio. «Noi occidentali che crediamo di essere al centro dell’universo e poi vediamo che tutta l’India, il Pakistan, il Medioriente e l’Asia che non ci reputano poi così buoni e democratici, anzi. E quindi l’Occidentale Anna, in questo libro, si sente anche molto Orientale, con tutti i pudori e le certezze ereditate da amiche che credono fermamente in Dio, nella famiglia, nella sacralità dei bambini».