Ho scoperto con gli anni che a parte la solidarietà di madre natura, ciò che conta per “apparire al meglio” sono i colori giuste, le proporzioni giuste ed il giusto atteggiamento. Raffaela Gallina, professione lookmaker, mi ha confermato con una prova pratica che avevo ragione.
Raffaela, chi è il lookmaker?
Il lookmaker è una nuova figura professionale che racchiude ben tre mestieri insieme, il parrucchiere, il truccatore ed il consulente d’immagine, che non si limita a dare consigli, ma lavora materialmente sull’Immagine della persona.
Tu cosa fai esattamente?
Il mio lavoro consiste nel valorizzare l’Immagine di una persona dalla testa ai piedi, usando un metodo oggettivo che mi permette di dare dei consigli mirati e personalizzati, in base alle caratteristiche cromatiche, morfologiche ed alla personalità.
Sentiamo parlare di armocromia, cos’è?
E’ una scienza che, in base alla combinazione cromatica di pelle, occhi e capelli, individua una palette di “colori amici”; lo strumento più utile e più oggettivo per conoscere i colori giusti è il Test Cromatico. I colori amici sono tutte quelle sfumature ideali che, incorniciando il nostro viso con colore di capelli, make-up, abbigliamento ed accessori, ci fanno apparire più luminosi e più belli.
Credo sia importante anche l’analisi della figura…
Certo! È di fondamentale importanza ed è uno degli step della consulenza d’immagine, è uno strumento per costruire una figura armonica, per scegliere i capi che più valorizzano da un punto di vista morfologico e, per apparire al meglio, indipendentemente dalla taglia. Le strategie più importanti sono l’utilizzo delle illusioni ottiche, la scelta mirata dei tessuti, dei capi e degli accessori, l’attenzione alle proporzioni, ai volumi ed ai dettagli sartoriali. L’obiettivo è quello di valorizzare i punti di forza e lenire le criticità.
Come sei diventata una lookmaker di successo?
Si diventa lookmaker studiando, in presenza, con insegnanti e clienti da analizzare in carne ed ossa per diversi anni, io mi sono diplomata alla prestigiosa Lookmaker Academy di Milano, una delle prime scuole del settore, nel 2018/19, infatti, eravamo poco più di 300 in tutt’Italia ‘veri Lookmaker’. Credo regni però nel mondo della consulenza d’immagine, poca professionalità e competenza. Troppo spesso, ultimamente, si vendono corsi di formazione on-line che in una sola giornata, formano e qualificano un professionista. Troppo spesso si fanno consulenze on-line attraverso un monitor ed in maniera approssimativa, senza analizzare l’iride in tutte le sue sfumature o il sottotono della pelle dal vivo. È ovvio che uno schermo confonde e sfalsa i colori e rende l’analisi poco chiara ed il più delle volte errata.
Con quali Vip hai lavorato e ai quali hai rivoluzionato armadio e vita?
Tra i diversi personaggi che ho incontrato, nonostante la conoscenza dell’armocromia sia di estrema tendenza, nessuno e dico nessuno di loro conosceva questa scienza. Non è stato facile per me, togliere il colore nero dall’armadio di Matilde Brandi, il rosso fiamma dal guardaroba di Valeria Marini, il cammello da alcuni outfit di Manila Nazzaro, le rigorose giacche dai colori freddi e scuri in stile “austriaco” tanto amate da Maria Giovanna Elmi, ecc…. Certo è che, dopo aver fatto loro il test cromatico, il cambio di ottica è stato automatico. Solo dopo un accurato test di armocromia si riesce ad essere consapevoli di quanto un colore anziché un altro, possa valorizzare il nostro viso, sembrando addirittura più giovane.
C’è preparazione nel mondo dello showbiz?
Assolutamente no! Spesso i Vip sono seguiti da stilisti guidati dal loro gusto personale, dalla moda del momento e, da una scelta commerciale di brand che hanno un capo da esporre, il Vip diviene così un manichino privo di anima, cromia e stile. Mi è capitato di lavorare con personaggi molto noti, incastrati in un business scomodo che purtroppo, spesso, non ne esalta l’Immagine ma la ridicolizza. Lo spettatore deve stupirsi di quanto un outfit curato serva ad esaltare la bellezza naturale della persona e non viceversa come spesso accade.
A cura di Lorella Maselli