Raoul Bova protagonista di una serie tv sulla disabilità: «con ‘I fantastici 5’ combatto il buonismo e racconto il coraggio e la voglia di riscatto»
Il 17 gennaio arriva su Canale5 l’attesissima fiction ‘I fantastici 5’, una storia che racconta senza tabù la disabilità, e la forza di chi la vive e riesce ad essere un atleta, con grande coraggio e senza paura. Protaognista assoluto Raoul Bova, il re dei serial tv di casa nostra
Riccardo, ex allenatore olimpico, accetta la nuova sfida di allenare per gli Europei cinque campioni paralimpici. Si trasferisce quindi ad Ancona assieme alle figlie, con cui ha un rapporto conflittuale. Ma l’accoglienza degli atleti non è delle migliori: non sembrano proprio avere fiducia in lui. Sarà in grado di trasformare il gruppo in una vera e propria squadra? E sarà in grado di rimettere assieme i cocci della sua famiglia?. La trama di ‘I fantastici 5″, la nuova serie tv che andrà in onda su Canale5 dal prossimo 17 gennaio parla chiaro, ma attenzione: «Nessun pietismo. Non è una storia buonista sulla disabilità». A parlare alla stampa è Raoul Bova, 52 anni, che dopo il successo nel nuovo protagonista di ‘Don Matteo’ ha presentato questa nuova serie tv, che vivrà di quattro episodi in prima serata. con un cast d’eccezione, compresi anche i reali atleti paralimpici Martina Caironi, Monica Contrafatto e Ambra Sabatini più la giovanissima Chiara Bordi, terza classificata a Miss Italia 2019, che vanta il record di essere stata la prima Miss sul podio con una protesi.
Ed è proprio Raoul Bova a raccontare il suo impatto (senza alcun pietismo), con la disabilità: «Il mio migliore amico, da ragazzo – ha raccontato alla stampa – era non udente. Nuotavamo insieme e comunicavamo benissimo». Un’esperienza che gli è servita è stata anche quella della paternità, con la difficoltà di trasportare un neonato sui marciapiedi sconnessi di una grande città: « La vera percezione della difficoltà quotidiana per i disabili l’ho avuta portando il passeggino di mio figlio».
Raoul Bova racconta anche come ha vissuto la disabilità dei suoi magnifici colleghi prestati alla fiction: «Quando sei sul set davanti alla macchina d presa l’occhio ti cade sulla disabilità e ti distrae. Ma è tutta una questione di ignoranza, quando la conosci, la normalizzi. Ognuno di noi, in fondo, ha una sua disabilità personale».
Anche Bova ha infatti un suo segreto d’infanzia: «La mia disabilità era senza alcun dubbio l’emotività. Quando facevo nuoto, ero perennemente bloccato dalla timidezza, detestavo avere gli occhi sempre puntati addosso. Volete la verità? La recitazione è stata la mia vera terapia”.
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