Michele Pecora cantastorie raffinato ed elegante, è rimasto quello di sempre: un uomo di sani principi legato alla sua terra, il Cilento e alla sua famiglia. Schivo e riservato, a un certo punto della sua carriera, ha scelto di lavorare lontano dai riflettori dirigendo un’orchestra, scrivendo per altri e lasciandosi solo intravedere in importanti collaborazioni o duetti tra cui Ron, Peppino Di Capri, Riccardo Fogli, Enzo Grananiello e Ivana Spagna tra i tanti. Non era scritto che Michele si eclissasse e la sua partecipazione a Ora o Mai Più dell’anno scorso, ne è la prova. Oggi Michele si racconta per noi e dopo il singolo pubblicato in pieno lockdown E la vita torna che ha riconfermato il successo dell’inedito I poeti presentato a Ora o Mai Più, ci regala il nuovo E’ già estate. Un altro tassello del disco che pubblicherà in autunno, a suggello di una carriera costruita su una passione vera, che Michele ha saputo portare avanti con il suo impeccabile stile.
Dopo Ora o Mai più, qualcosa è cambiato?
E’ cambiato tutto: stavo attraversando un periodo particolare, in cui preferivo lavorare per altri o comunque lontano dai riflettori. Quando ho deciso di accettare la sfida e rimettermi in gioco con Ora o Mai Più, sapevo che poteva essere rischioso. In quel momento, però, ero pronto. Devo ringraziare la mia famiglia che mi ha supportato, chi mi ha voluto nel programma e sicuramente Poeti, che avevo in tasca. La sera dell’inedito mi sentivo forte, sapendo di avere la canzone giusta da presentare. Lo studio mi ha regalato una standing ovation che non potrò dimenticare e le parole di Ornella Vanoni rimarranno scolpite nel cuore per sempre. Ora o Mai Più è stato un’iniezione di fiducia, una pacca sulla spalla, un incoraggiamento che è stato fondamentale.
E’ già estate: com’è nato questo nuovo inedito?
L’idea dalla quale sono partito è quella dell’onda. L’onda che è il ritmo della vita, ma anche l’onda che cerca il surfista per cavalcarla e spingersi oltre i propri limiti. L’onda che incontra il vento sospingendo la barca a vela, facendola sollevare e ricadere sull’acqua emettendo un grido, un boato che è musica per i naviganti. “ Ritorneranno i sogni e i giochi per la strada, chiassosi e colorati a farci compagnia per noi da sempre naviganti senza meta ad aspettare l’onda che ci porti via”. La vera protagonista è l’estate e qualunque estate ognuno di noi decida di ricordare o di vivere. E’ il momento della spensieratezza, dell’allegria ma anche della riflessione nostalgica. E’ il tempo in cui i rumori del mondo entrano nelle nostre vite dalle finestre che aperte si affacciano su piazze assolate dove i bambini ritrovano la libertà e i giochi di sempre. L’estate è il tempo degli amori improvvisi che inseguono i giorni. E’ la stagione che ci rimane addosso, con il colore del sole.
Un brano con un ritmo che costringe a ballare, un tormentone?
E’ già estate ci invita a ballare su sonorità acustiche di chitarre, contrabbasso e fisarmonica dal sapore gitano. Non tanto un ballo di gruppo ma semmai un passo a due, per un ritmo che non ha tempo. Una musica per tutti, per danzare sui ricordi di un estate o per viverla al presente. L’intero disco, acustico e orchestrato, parla di me e della musica che mi appartiene. Il video che lo accompagna ha i colori caldi del sole al tramonto, a fare da sfondo ai sentimenti che ognuno di noi vorrà rendere protagonisti.
Hai ripreso a suonare dal vivo?
Sì, finalmente ho cantato dal vivo in un piccolo locale, per attenermi alle disposizioni, dove ho potuto ritrovare il mio pubblico. Suonare di nuovo e cantare le mie canzoni è stata una gioia immensa. Non so neanche descrivere la mia emozione. Ho ancora in programma qualche data e per l’occasione saranno con me i musicisti con cui ho inciso il brano: Massimo Saccutelli pianoforte, Daniele Brenca contrabbasso, Matteo Pecora Drum, Francesco Citera fisarmonica, Raffaele Perfetto piano e tastiere, Denis Citera batteria e Daniele Mancini Sax. L’appuntamento più importante è l’album, tanto desiderato quanto istintivo, in cui per la prima volta c’è un brano in dialetto per celebrare il Cilento, che immagino suonato a Paestum uno dei luoghi più belli di questa terra meravigliosa.
Sei direttore artistico del Premio Ravera che è giunto alla sesta edizione e si svolgerà il 21 e 22 agosto a Tolentino (MC). Ci anticipi qualcosa di questa edizione 2020?
Il Premio è nato da un’idea che ho coltivato a lungo per celebrare Ravera al quale devo tutto perché è grazie a lui se ho potuto fare quello che desideravo, realizzando il mio sogno. Quello che l’ha sempre contraddistinto da chiunque altro, sono stati il talento e la passione: l’unico che riusciva a capire dove ci fosse la qualità, anche quando era ancora allo stato grezzo e nascosta dall’inesperienza. Ho un ricordo nitido di lui a Castrocaro, dove riusciva a essere presente sempre, anche alle prove senza delegare mai. Un omaggio che ritengo doveroso per lo scopritore di quasi tutti i più grandi della musica e dello spettacolo. La prima edizione è stata presentata da Pippo Baudo, le due successive dall’indimenticabile Fabrizio Frizzi, poi Mara Venier e Pupo che presenta per la seconda volta. Ogni anno sono assegnati uno o più premi sempre legati alla vita artistica di Ravera, anche quest’anno ci saranno tanti graditissimi ospiti e molte sorprese, venerdì le nuove proposte e sabato il Gran Galà.