Jacqueline Luna di Giacomo, la compagna di Ultimo racconta i primi giorni da mamma: «mi sento un supereroe e forse lo sono e amo tutto del piccolo Enea, lo fisserei per ore e non mi staccherei mai da lui»
Jacqueline Luna di Giacomo ed Enea, una magnifica storia iniziata il 30 novembre. Lo ha raccontato la compagna di Ultimo nel suo primo post da mamma, con una bellissima foto e parole piene di emozione: «Per me è ancora il 30 novembre, invece mi dicono che mancano due giorni a Natale. Faccio la doccia velocissima e confondo il rumore dell’acqua con un pianto che in realtà non c’è. Annuso la sua testolina e sento odore di latte. Ho due tette giganti che producono latte (!!??) Ho letto che il mio corpo si adatta in base alle sue esigenze per produrre i giusti anticorpi. Mi sento un supereroe. Forse lo sono. Almeno per lui spero di esserlo» scrive Jacqueline su Instagram.
Piccoli gesti per tranquillizzare il piccolo Enea
I primi giorni con Enea sono impegnativi e indimenticabili. Pianti, poppate, nanne, tutti momenti scanditi dalle parole di Jacqueline: «Piange se lo metto giù e ora dorme sul mio petto… dicono che il rumore del battito li tranquillizza, quindi ci penso e se lo merita – continua la Di Giacomo – Amo i versi che fa quando allatto, con i sorrisi e i goccioloni di latte che colano dal labbro. Toffee è diventata la mia ombra, come a volersi assicurare che io stia bene. Incuriosita annusa Enea. Sta capendo di avere un nuovo migliore amico».
Jacqueline Luna Di Giacomo, la vita non è più la stessa
E’ giovane, ma questo figlio lei e Ultimo lo hanno desiderato profondamente. Certo, la vita ti cambia, e la mamma di Enea lo racconta ai follower: «Per staccare un po’ la testa chiamo le mie amiche su FaceTime. Si preparano per uscire mentre io tiro il latte – continua infatti – Saranno mesi lenti. Non è vero, saranno velocissimi, e lui cresce mentre scrivo. Il mio mondo si è fermato, ma in realtà va velocissimo. Mi scende una lacrima se lo guardo e ci penso. Vorrei che rimanesse il batuffolo che è, invece già lo vedo più alto di me a dirmi: “Ma’, io esco”».
Non potrebbe essere più fiera
«È faticoso ma ho scoperto la pazienza… infinita. Anche quanto il viso di un bambino sia una calamita per gli occhi – conclude Jacqueline – Lo fisserei per ore. Vorrei dormire profondamente come prima… ma poi penso che il sonno tornerà. Come alcune delle cose che mi mancano della mia vita prima di lui. Ma quello che non tornerà mai più sono questi momenti fatti di prime volte. Le prime volte più belle della mia vita. Oggi sono la mamma di Enea e non potrei essere più fiera di me».