Tiziano Ferro torna dopo due anni che sono stati «un grande disastro ma non solo. Il divorzio, la scelta di restare in Usa, i miei figli, ho capito che non esiste una versione B: la mia storia è mia, e la racconto con sincerità»
In questo articolo
In questo articolo
Tiziano Ferro è pronto a ricominciare. Dopo due anni di assenza, il cantautore torna con un nuovo album, Sono un grande, un profondo punto di svolta personale e artistico. Questo periodo è stato un terremoto: la fine del matrimonio con Victor Allen, un nuovo manager dopo 25 anni e una nuova casa discografica. Rivoluzioni che hanno forgiato l’album, come lui stesso spiega: «Nel disco ovviamente c’è finito tutto quello che è accaduto in questi 2 anni, un grande disastro ma non solo. È un disco di insicurezze ma anche di supposizioni che poi diventano nuove affermazioni di vita».
Il percorso musicale affronta a testa alta la fine dell’amore, ma la parola d’ordine è «ricostruzione». Tiziano Ferro ha scelto la sincerità, senza abbellimenti, ammettendo: «Mi piacerebbe ci fosse già il finale felice, ma ho fatto la scelta della sincerità senza smania di apparire al top». Anche il titolo dell’album, Sono un grande, è un atto di coraggio. «Tendo all’autostima bassa… Il titolo suona spocchioso, arrogante invece è un mantra: lo insegna la psicanalisi, se una cosa la dici a voce, stai già iniziando a risolverla».
Per Tiziano Ferro è stato un periodo davvero difficile, che ha affrontato anche, insieme a Victor, con un percorso terapeutico: «Sono stato a fare terapia di coppia – racconta – e la psicologa chiudeva le sessioni chiedendoci “ciascuno dica una cosa bella dell’altro”. Brava la psicologa, eh, ma il risultato…». Un momento che gli ha anche provocato attacchi di panico, che racconta nel brano 1-2-3: «Mi fa rabbia il fatto che si parli di salute mentale solo perché va di moda, un argomento da social. Nessuno invece affronta l’evoluzione che le cure hanno avuto dai tempi di mia nonna. Io invece ho gli strumenti per capire a che punto sono della mia salute mentale: è tanto e lo devo condividere».
Gli affetti familiari sono un porto sicuro. Nel disco ci sono canzoni per la figlia Margherita e per la nipotina. «Premesso che ci sarebbe anche una canzone per mio figlio Andreas, un dialogo che immagino quando sarà adolescente, ma non ho fatto in tempo a finirla… Ho scoperto che il ruolo da zio fa tirare fuori il meglio di sé perché non hai nulla da perdere, mentre da padre sei pieno di insicurezze e timori». E aggiunge, parlando del brano per suo fratello: «Abbiamo deciso di rompere un ciclo di atti familiari che ci hanno fatto anche del male».
La sua vita ora è negli Usa, una scelta dettata prima dall’amore vissuto con Victor Allen e poi dai figli. «Mi chiedono in molti dell’America. Io l’America non l’ho scelta. L’America è arrivata per amore. Poi sono arrivati i figli. E quando è finita la relazione ahimè uscire fuori dall’America è diventato un po’ complesso». Per Tiziano Ferro è un sacrificio fatto per i bambini: «Ho la custodia, però sono anche una persona che ha un cuore. Quindi non vorrei prendere i bambini e portarli via, anche se potrei. E questo mi porta a vivere in un luogo alienante nel quale non ho punti di riferimento».
Il faro che guida Tiziano Ferro in questo nuovo inizio è una ricerca incessante della verità. «L’importante è rimanere in contatto con quello che sei. Senza dover inventare una versione B». E conclude, con la consapevolezza di chi ha trovato la sua forza: «La mia storia è la mia. Se non ti piace, per carità, però è intoccabile. Da quando ho capito che parlare di me in maniera trasparente è più facile, non si torna indietro».