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ToggleIl pubblico italiano è pronto ad accogliere a braccia aperte la nuova “Tigre della Malesia“, Can Yaman. Ma mentre Sandokan arriverà in tv solo in autunno, l’attore turco, nel pieno di un momento d’oro nella sua carriera, ha illuminato il cinema Odeon di Leicester Square a Londra per presentare l’attesissimo remake che lanciò nel mondo Kabir Bai nei panni dell’eroe di Emilio Salgari. E ai fan londinesi ha raccontato qualcosa di più.
Dopo quattro intensi mesi di riprese e un’estenuante post-produzione ancora in corso, Sandokan è pronto a solcare nuovamente i mari televisivi. Prodotta da Lux Vide e Rai Fiction, la serie si presenta come una ‘origin story’, un viaggio alle radici del pirata più amato nato dalla penna di Emilio Salgari. Can Yaman guida un cast stellare: al suo fianco ci sono Alessandro Preziosi (Yanez de Gomera), Ed Westwick (Lord Brooke) e Alanah Bloor (Lady Marianne). Un’eredità pesante, quella dell’iconica versione anni ’70 con Kabir Bedi, trasmessa in oltre 85 paesi, ma la produzione punta in alto: «Dietro la spettacolarità dell’azione, Sandokan sarà anche il simbolo di un mondo che resiste, contro il colonialismo e a difesa della natura».
Can Yaman, intervistato anche da The Hollywood Reporter, ha svelato la sua profonda connessione con l’eroe malese. Per lui, la Tigre della Malesia è un faro di positività: «Generalmente, Sandokan ha questo sorriso sul viso, dando speranza a tutti, mentre supera varie sfide. Quindi, è un personaggio molto positivo». Un sorriso che nasconde un lavoro immane. L’attore si è preparato meticolosamente: una dieta drastica (con oltre 10 chili persi), allenamento fisico estenuante, e un focus ossessivo sulla dizione, con lezioni di inglese intensive per risultare credibilissimo. «Grazie a quella preparazione e grazie all’armonia sul set, le mie parti di recitazione non sono state così difficili, perché ero pronto», ha confessato, ammettendo però che le scene d’azione, con riprese di 10 ore per soli 2 minuti finali, erano le più estenuanti.
Sandokan non è una meta, ma un trampolino. Can Yaman guarda già oltre, con la determinazione che lo ha portato dalle soap turche alla ribalta internazionale. Cosa si aspetta dalla serie? «Vedremo cosa accadrà e dove questo mi porterà. Forse mi porterà negli Stati Uniti, forse a Londra, vedremo!». E nel frattempo? Punta a conquistare un altro mercato: «Farò qualcosa in spagnolo», ha annunciato, rivelando di studiare la lingua con un’insegnante e di padroneggiarla ormai bene. Con un pizzico di orgoglio, sfida i limiti: «Probabilmente, sarò il primo attore 30enne ad essere in un ruolo da protagonista in quattro lingue diverse: turco, italiano, inglese e spagnolo».
Can Yaman ha messo anima e corpo in Sandokan, trasformandosi fisicamente e professionalmente. Londra ha visto non solo la presentazione di una serie epica, ma l’anteprima di una superstar globale in costante ascesa. L’autunno 2025 svelerà se la sua Tigre della Malesia conquisterà il mondo come quella di Kabir Bedi, ma una cosa è certa: Yaman, con il suo sorriso da Sandokan e la grinta da self-made man, è pronto a navigare verso qualsiasi orizzonte, che sia Hollywood, Londra o una nuova avventura in lingua spagnola. La sua fame di successo, come quella della sua creatura leggendaria, è tutt’altro che sazia.