Dove si svolgerà la prossima serie di Emily in Paris se la produzione del serial ha giù buttato l’occhio su Roma, l’unica città europea che quanto a romanticismo e fantasia fa gara con la capitale francese? In un’intervista rilasciata a Variety, Macron si è detto contrariato per il trasferimento delle riprese da Parigi a Roma. Il presidente ha sottolineato il ruolo della fiction nel promuovere l’immagine di Parigi a livello internazionale, definendo lo spostamento “poco sensato”.
Viaggio nella città eterna
Nella quarta stagione, infatti, la protagonista Emily Cooper, interpretata da Lily Collins, si ritrova a Roma, seguendo un intreccio sentimentale che la porta a scegliere la Città Eterna come nuova sede delle sue avventure lavorative e amorose. Questo ha portato Macron a dichiarare la sua volontà di “combattere duramente” affinché Emily torni a Parigi, città che, secondo lui, incarna alla perfezione l’atmosfera della serie e il suo successo globale. Il sindaco di Roma Gualtieri ha replicato sui social affermando che Emily si trova benissimo a Roma, invitando addirittura a “lasciare che sia lei a decidere”, in una chiara allusione ai dilemmi amorosi che caratterizzano il personaggio.
Una vera lotta di potere
Io mi immagino dietro questa lotta di potere, le maison della moda concentrate a vestire la protagonista con relativi guadagni pubblicitari. Dietro a un film c’è una macchina di sponsorizzazioni che vanno dalla città stessa che ospita le riprese, e ne guadagna in turismo, ai locali frequentati, alle auto usate come i computer, alle marche velatamente nascoste dei vestiti. Emily si veste colorata, sgargiante, nelle ultime puntate addirittura roccocò, tanto che sono state molte le critiche ai suoi eccessi estetici. Oltre all’esercito di costumisti che appartengono a una produzione cinematografica, ci sono le case di moda. Dietro ai battibecchi tra Macron e Gualtieri ci sta una lotta economica su tutti i piani, dal governo alla fashion industry, e questo dimostra come oggi l’industria cinematografica sia un asset concreto d’investimento quanto bonds e lingotti d’oro. Macron non perderà solo in simbologia, né Roma ci guadagnerà solo in immagine. Il tornaconto è sempre la macchina di denaro che gira intorno ai film, film che sono riusciti a rendere famosi luoghi sconosciuti o aumentare la fama di quelli già noti. La Dolce Vita ha reso un simbolo la fontana di Trevi. E noi? Vogliamo che Emily volteggi tra i palazzi romani e il sapore rustico delle sue osterie, rendendo il mondo partecipe della bellezza monumentale italiana? O della fama di latin lover rubacuori che ha sempre caratterizzato il maschio latino? Lo sapremo nelle prossime puntate del serial di Netflix.