La storia di Rocco Siffredi diventa una serie tv: «Ho iniziato perché avevo il pensiero fisso del sesso, ma oggi mia moglie Rozsa mi dice: ‘Finalmente ti dedichi solo a me’»
C’era una volta Rocco Tano… potrebbe cominciare così la storia narrata in Supersex, la nuova serie Netflix che racconta la vita di un ragazzo di periferia (o meglio di Ortona, in Abruzzo) diventato famoso come Rocco Siffredi. Interpretata da Alessandro Borghi (e Saul Nanni, nei panni di Rocco da giovane), questa serie ripercorre la storia del mito del cinema hard, svelando la sua infanzia in Abruzzo, i primi amori, la famiglia, i momenti difficili, tutto ciò che ha fatto di Rocco l’uomo che è oggi. «Ho pianto per giorni. Inizialmente non riuscivo a riconoscermi negli attori, poi però ho rivissuto l’infanzia e la morte di un mio fratello. Ho rivisto mia madre, gli amici d’infanzia. Bellissimo, ma vedere scorrere la propria vita in poche ore sul divano con moglie e figli, è anche surreale» ha raccontato Rocco Siffredi.
Non per soldi ma per piacere e passione
La sua incredibile carriera di pornodivo è iniziata perché Rocco aveva… «Il pensiero fisso del sesso». Racconta Rocco in una lunga intervista al Corriere della Sera: «A Ortona non avrei certo potuto farlo. Non mi sarei accontentato di una fidanzatina che magari mi avrebbe dato del porco. Avevo voglia di rivalsa. Di fare qualcosa per mia madre, che ho visto sorridere così raramente. E per mio padre, che faticava a tirare a fine mese. Diventare famoso è stata una fortuna, ma non mi sono mai davvero allontanato». «Ma non è per i soldi che ho scelto di fare il pornostar. Era una vocazione – continua Siffredi – Volevo fare sesso con tutte le bellissime donne che incontri in questo mondo. Avrei pure pagato, invece hanno pagato me. In giro per il mondo mi dicono che si vede che lo faccio per piacere e passione. Il complimento più bello è stato sentirmi dire: “Grazie a te non mi sento più strano, perché ti vedo fare con naturalezza cose che credevo perverse e sbagliate”».
Rozsa mi dice: ora ti dedichi solo a me
Certo, stare al fianco di un divo del porno come Rocco Siffredi non è facile. Ma Rozsa Tassi, al suo fianco da 30 anni, ha saputo distinguere tra vita privata e lavoro: «Quando uno è abituato a fare sesso quotidianamente, con due o tre ragazze diverse al giorno, non è facile tornare alla “normalità”, sei come uno sportivo che si ritrova a casa sul divano – rivela Rocco – Non l’avevo immaginato fino al giorno in cui ho pensato di ritirarmi, a 40 anni. Ho ricominciato e ci sono ricascato tante volte da pensare che fosse insuperabile, una condanna. Ultimamente sto bene anche se non ci metto più la mano sul fuoco. Fu mia moglie a spingermi a tornare sul set, la ingelosisce di più ciò che è fuori dalla sfera del lavoro». «Per lei il sesso va in coppia con i sentimenti, anche se le ho sempre detto che poteva mettersi in pari – racconta Siffredi – Oggi mi dice: “Finalmente ti dedichi solo a me. Mi hai fatto aspettare così tanto che adesso devi accettare tu i miei ritmi”».
Non ho intenzione di… andare in pensione
A 60 anni, li compirà a maggio, Rocco Siffredi può vantare una notevole carriera televisiva e nuovi progetti per il futuro. «Sono tranquillo, e soddisfatto di quello che ho raggiunto, ma se ti rilassi troppo muori – conclude – Mi sono anche chiesto: mica mi porterà sfiga questa serie tv biografica alla mia età? Allora mi tengo vivo, continuo a produrre, collaboro con i miei figli Lorenzo e Leonardo alla Hard Academy, prima scuola per talenti del porno, e insegno nella Siffredi Academy, progetto educazionale per sciogliere i nodi della sessualità».
A te l'onere del primo commento..