New York è una città meravigliosa ma molto stressante. Devi prepararti a una metropoli indaffarata 24/24, con fiumane di persone che dalle strade affluiscono ai ristoranti con il loro incessante chiacchiericcio, l’eterno clacson delle auto e delle sirene della polizia, il malessere che si concentra in chi ha deciso di rinunciare a tutto e si abbandona a dormire per strada. Esci dal più bell’hotel di New York, il The Plaza, che si affaccia sul Central Park e sei sulla Fifth Avenue, nel posto più prestigioso di New York, tra la bellezza degli edifici liberty del Rockefeller Center e le vetrine prestigiose dei brand più famosi della moda, attorno alla chiesa di Saint Patrick che è la ricostruzione meravigliosa di una cattedrale gotica europea, pure la pietra sa di morbida antichità come quella di Notre Dame a Parigi. Le colonne possenti, le navate e le infinite cappelle dedicate ai santi con un esercito di candele da accendere per augurarti che tanta bellezza continui ad illuminarci il cuore. Esci da lì e ti immergi da Saks, shopping center noto per essere solo il top della fashion industry, sembra un po’ di trovarsi a La Fayette a Parigi, c’è il glamour francese e luci dappertutto, rifesse sul marmo dei pavimenti e degli specchi a diffondere il bagliore elegante delle boutique.
È un posto creato per darti la certezza che se cerchi l’Europa e vuoi respirare il benessere della ricchezza puoi trovarlo qui anche con una semplice passeggiata. Poi torni fuori, ti immergi nel chiasso costante che ti attornia, te ne abitui quasi dopo qualche giorno quando hai deciso che la cosa può pure piacerti. Quindi tra il museo nazionale d’arte e il Moma, passi al museo di storia naturale con i suoi scheletri enormi di dinosauro, l’elenco infinito di bacheche che contengono il catalogo tridimensionale delle etnie umane che hanno abitato la terra con i loro manufatti e le statue vestite in costume folkloristico e quelle con gli animali imbalsamati, a ricordarti che il museo è nato a tardo ottocento per mostrare al mondo l’esotismo di terre allora lontane. Il vecchio che si alterna alla modernità dei grattacieli e ti ritrovi a voler vedere New York anche dall’alto. Contemplandola dal 102esimo piano dell’Empire State Building che con l’antenna raggiunge i 450 metri e di quelli più recenti come il One World Trade Center che tocca i 546 metri ed è al settimo posto quanto a primati di altezza nel mondo. Ricostruito in soli otto anni dopo l’incidente del 2001, ha gli ascensori che fanno a gara con il Burj Khalipha di Dubai quanto a velocità.
Se siete a New York non potete non immergervi in un tour che coinvolga anche le parti ex malfamate della città (ma ancora proibitive a certe ore) come Harlem e il Bronx. Tanto per rendersi conto da dove proviene tanta bella musica nera, sullo sfondo di garage, negozi di liquori, graffiti e un’aria indolenzita che ti ricorda il sottofondo di un film poliziesco americano. Ma il Bronx è anche tanta magnificenza naturale nel suo Giardino botanico e nello zoo, consiglio di muoversi con i suoi trenini per evitare maratone esagerate viste le distanze. E l’università Fordham, una delle migliori newyorkesi in fondo, che si trova proprio in questa parte di mondo dimenticata con il suo campus enorme ed efficiente. Insomma: New York con i suoi contrasti ti ricorda l’altalena incerta della vita, e la fortuna si poterci salire per un attimo per conoscere cosa c’è al di là della stabilità del tuo orizzonte.
Melanie Francesca è una giornalista di costume, scrittrice, artista, personaggio radiofonico e televisivo. Su Eva3000 propone una rubrica che si occupa di temi di attualità, a 360 gradi.
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