
Ghali ha scritto una canzone per ricordare i momenti difficili della malattia di mamma Amel: «Ho pensato di smettere di fare musica, poi è nata ‘Niente Panico’, la mia cura contro il male
«Ho tanta stima di chi reagisce e supera ‘questa cosa’. Mia mamma l’ha affrontata per la prima volta nel 2001 e poi ancora durante la pandemia. Ora sono pronto per parlarne. Magari scriverò una canzone». Il tumore che ha colpito per la terza volta la signora Amel, la mamma di Ghali, ha provocato una grande sofferenza nel figlio, che ha vissuto malissimo, come tutti noi del resto, ‘questa cosa’, tanto da farne (come aveva promesso in passato) veramente una canzone, che definisce senza paura la più importante della sua vita. Un brano che sia chiama ‘Niente panico’ che è dedicato a tutte le persone che vivono momenti tragici per colpa di questa terribile malattia, com spiega lui stesso in un lunghissimo post social. «È un brano a cui tengo molto, mi ha aiutato tanto in questi anni non sempre facili e quando lo ascolto è come se stessi tendendo una mano a me stesso. Come poche volte nel mio percorso artistico, sento di aver creato qualcosa in grado di curarmi. C’è una componente profondamente rassicurante in ‘Niente Panico’, quasi fosse una preghiera che mi ricorda di restare tranquillo anche nei momenti più bui».

Un post pieno di sofferenza e di amore
Questo il racconto di Ghali sulla sua sofferenza che ha generato una canzone: «Mia mamma si doveva operare. Un mese fa le hanno diagnosticato il cancro per la terza volta. Quando ci siamo svegliati quella mattina, il cielo era grigio. Mia mamma si è messa a pregare e mentre lo faceva piangeva, e io riuscivo a sentire le sue lacrime piombare sul tappeto. La paura che mia mamma non riuscisse a superare l’operazione era sempre più forte. In quei giorni mi facevo mille domande: cosa dovrei fare prima che entri in sala operatoria? Come devo passare questi ultimi giorni con lei? Dovremmo guardare dei film insieme? Basteranno le preghiere che abbiamo fatto insieme ? Come affronterò il tour in arrivo? Ha senso che io stia scrollando su tik tok? E se me ne pentissi? A cosa servono tutti sti soldi e questo successo? Ho pensato più volte di smettere di fare musica e lo gridavo spesso in faccia a mia madre. In quei giorni mi sentivo solo. Entravano e uscivano medici, donne delle pulizie, infermiere, tutti continuavano a chiederci come stavamo. Mia madre mi disse “Ecco vedi? Ghali tu devi continuare, non hai fratelli, non hai sorelle, la musica è un dono di Dio, Dio ti sta dando fratelli e sorelle tramite la musica”. Spesso andavo a prendermi una boccata d’aria nel giardino dell’ospedale e quel giorno ero lì. Ho messo le cuffie e ho schiacciato play su ‘Niente panico’. Mi emoziono e faccio sempre fatica a trattenere le mie lacrime quando ascolto questo brano, ma quella volta è stato particolarmente intenso. Il vento intorno a me si sollevò, ho sentito una carezza e le mie lacrime scivolavano sul viso fino a finire sul prato, i cespugli intorno si muovevano. In quei giorni ho avuto tanta paura, ma grazie a Dio l’operazione è andata bene. Quel giorno ho capito di aver scritto una cura, e per questo è la canzone più importante della mia vita. Dedico questa canzone a chiunque stia passando un momento difficile, per qualunque ragione, che sia lavoro, una malattia, un esame all’università, una guerra o un amore finito, perché qualunque problema di salute mentale merita rispetto e comprensione. Dedico questa canzone a chiunque stia passando un momento in balia della paura». Il nuovo pezzo ‘Niente Panico’ è il suo regalo più bello a mamma Amel e a chi come lei ha bisogno di forza e di immenso coraggio.
Una vita tormentata e un successo più che meritato
La storia di Amel è quella di una donna forte che ha affrontato numerose difficoltà sin dal suo arrivo dalla Tunisia negli anni ’80. Giunta in Italia si è sposata con un connazionale e, nel 1993, ha dato alla luce Ghali. Quando Ghali aveva solo due anni suo padre è stato arrestato e condannato a un periodo di detenzione. La giovane Amel si è così ritrovata sola a crescere il figlio e nonostante le difficoltà, ogni settimana lo portava a visitare il padre in carcere. Ma le sfide non erano finite: quando Amel aveva solo 38 anni si ammalò gravemente di cancro. Fortunatamente la malattia fu diagnosticata in tempo, anche se il cantante non ha mai dimenticato quei giorni terribili: «In casa c’erano solo i muri, il soffitto e il pavimento, nient’altro. Dormivamo sui tappeti, mamma era appena guarita, cucinava con i fornelli da campeggio e mettevamo il latte fuori dalla finestra per tenerlo al fresco. L’appartamento era molto piccolo ma c’era tanto spazio e lei non esitava ad ospitare altre persone con il nostro stesso problema». La vita per mamma e figlio non è stata facile, Ghali si è trovato coinvolto in un episodio di delinquenza che lo ha portato a trascorrere un breve periodo di detenzione nel carcere minorile. Tutte storie superate con forza e amore, anche quando Il padre di Ghali, una volta scontata la pena, ha fatto ritorno in Tunisia. Da allora, Amel è rimasta l’unico punto di riferimento familiare per Ghali, la colonna (sonora) portante della sua vita. E nelle due ricadute nella brutta malattia che l’ha colpita, il suo unico figlio le è stato sempre vicino. Ora una canzone celebra questo amore immenso.

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