Melanie Francesca, giornalista e scrittrice, alla scoperta delle origini dei regali di Natale e dell’abete, simbolo del trionfo della vita
Da dove viene questa bell’usanza che ci porta a scambiarci auguri, biscotti, frutta secca e regali che spaziano dai piccoli pensierini simbolici alle promesse eterne, come i gioielli costosi da mettere sotto l’albero? Quest’usanza risale all’epoca romana, al 25 dicembre, quando, subito dopo la brevità del solstizio d’inverno, le giornate iniziavano ad allungarsi. Dopo il 300 d.C., con la trasformazione dell’Impero Romano in uno cristiano, il culto del Sol Invictus si trasformò nel culto di Cristo, il quale nasceva a simboleggiare che la luce del mondo torna anche quando sembra soccombere al crepuscolo.
La simbologia dell’albero
Molte feste pagane sono state assorbite e trasformate in tradizioni cristiane. Dalla Pasqua a Halloween, diventato il giorno di Ognissanti, le simbologie originali rimangono come tracce di antichi retaggi. L’albero di Natale, ad esempio, ha origini celtiche: attorno al solstizio d’inverno si adornavano gli abeti, simbolo di vita eterna, perché erano gli unici alberi a rimanere verdi e vivi durante il silenzio dell’inverno. Anche i vichinghi, così come altre popolazioni nordiche, avevano questa tradizione, poiché l’albero sempreverde rappresentava la continuità della vita in un periodo considerato il più freddo, duro e buio dell’anno.
Le decorazioni sull’abete
La festa di Yule, che significa “ruota”, divenne simbolo del ciclo della vita che si rinnova in questo periodo buio, rappresentato dalle candele che adornavano gli abeti decorati: queste ricordavano che la vita trionfa sempre sulla morte. In questa visione, l’albero sempreverde, che non muore, cresce in gruppo a testimoniare la forza dell’amicizia e si erge dritto a simboleggiare la retta via, diventa anche per il cristianesimo un simbolo di verità e vita. Il Cristo nasce a Natale perché rappresenta il seme di una natura che sembra dormire in inverno, ma che proprio in questo periodo inizia a germogliare per esplodere a primavera. Se si considera il punto di vista del “figlio della terra” come il grano, frutto della natura, diventa più chiara anche una delle interpretazioni eucaristiche del pane come corpo di Cristo.
Si fa testa in tutto il mondo
Oggi, perfino ad Abu Dhabi e Dubai, terre musulmane, gli alberi di Natale riempiono i centri commerciali. Non importa se lo si fa per seguire una logica consumistica o se invece di “Buon Natale” si augura “Buone feste invernali”: la simbologia dell’albero esplode ovunque, dimostrando che, per quanto si cerchi di sminuirlo o nasconderlo, il compleanno di Gesù rimane il più famoso del pianeta.