L’incubo di Natalia Paragoni dopo la nascita di Ginevra: «ero stanca, mi faceva male tutto e speravo che qualcuno mi desse una mano. Per fortuna vicino a me c’era Andrea»
Natalia Paragoni lo aveva già confessato: i primi mesi dopo la nascita di Ginevra, frutto dell’amore con Andrea Zelletta, non sono stati facili. Si chiama “baby blues”, quella fase di forte stress post-parto che molte donne vivono. Ora che la sua bambina ha quasi un anno e mezzo, l’ex protagonista di Uomini e Donne ha deciso di parlarne più a fondo come ospite del podcast 1% Donna.
Natalia Paragoni e il sogno di una famiglia
Natalia aveva sempre desiderato diventare una mamma giovane e, insieme ad Andrea Zelletta, con cui vive una splendida storia d’amore nata nello studio di Maria De Filippi nel 2019, aveva deciso di costruire una famiglia. Tuttavia, l’inizio non è stato semplice, come lei stessa racconta: «Il primo periodo della gravidanza ho avuto degli sfoghi, tante nausee, ero molto nervosa. Aprire l’armadio e non ti entra niente, io ero nel panico totale. Mi sentivo insicura in quel momento, non avevo la forza di dire ‘vado, sono quella che sono’. Dovevo essere leggera, e invece quella leggerezza non c’era».
Un momento molto difficile
La nascita di Ginevra è stata un’esperienza meravigliosa, che ha rafforzato ulteriormente il legame tra Natalia e Andrea. Tuttavia, l’arrivo di un figlio porta con sé cambiamenti profondi e preoccupazioni difficili da gestire. Natalia non nasconde le difficoltà: «Non stavo bene. Mi sentivo meno sicura, con una bambina che mi guardava, non mi guardava, non sapevo cosa fare in quel momento. Andrea lavorava, faceva il dj in quel periodo, e io ero sola. Stavo a casa dei miei genitori e, nel momento in cui lui non c’era, io ero nel panico più totale. Avevo un rifiuto, non avevo proprio voglia di vederla, di sentirla. Quel pianto mi faceva piangere. Ero stanca, mi faceva male tutto».
Una testimonianza importante
Si tratta di depressione post-partum, una condizione spesso trascurata, che Natalia ha voluto raccontare per sensibilizzare sull’argomento e condividere come l’ha affrontata: «È un momento in cui non sei te stessa, non puoi pensare a te stessa, ti annulli. Poi tutti guardano la bambina, io chi sono, dicevo? Perché non date una mano a me? – confessa Natalia – Mia madre, da donna, ha capito quello che stavo vivendo e ha spiegato tutto ad Andrea. Lui è stato importantissimo. Però ho visto tutto nero, non lo auguro a nessuno».
Le donne sono spesso lasciate da sole
Natalia è riuscita a superare quel periodo buio grazie all’amore del suo compagno e al sostegno della sua famiglia, che non l’ha mai lasciata sola. Ha chiesto aiuto e affrontato le sue difficoltà, ma nel podcast conclude con una riflessione critica: «Problemi, dolori e nessuno che dà una mano. Nessuno ad ascoltarti. Non c’è uno psicologo che viene dopo il parto a dirti: ‘Guarda che potrebbe succedere questo, se hai bisogno chiamami’. La sanità non ti offre questo. Io ho dovuto pagare per stare tranquilla. Ma chi non se lo può permettere?».