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ToggleSimone Cristicchi è forse il vero eroe di Sanremo, visto che con la canzone ‘Quando sarai piccola’ ha ribaltato il concetto di mamma, raccontandone per la prima volta la vecchiaia, la malattia e la malattia, momento in cui chi ci ha amato e curato torna bambina e ha bisogno dell’aiuto dei suoi figli. «L’avevo scritta 5 anni fa e racconta il mio vissuto – ha dichiarato Cristicchi al Corriere – L’avevo proposta anche ad Amadeus ma non la scelse. Poi è cambiata nel tempo. Nessuna rabbia, anzi: ringrazio Amadeus per non averla scelta: nei suoi Festival sarei stato a disagio e fuori luogo».
La prima grande soddisfazione sanremese, la dolcissima dedica social della sua amata Erika Mineo, in arte Amara, che lo ama dal 2019 e che ha condiviso con il compagno la creazione della canzone che Simone ha portato al festival: «A te che hai saputo trasformare il dolore in poesia. A noi che in silenzio abbiamo aspettato che tutto questo accadesse. A questa Opera che ci ha scelti e fatto strumento. Al nostro amore capace di generare solo Amore. Sei un gigante Simone mio. Aspettiamo solo te! Curaci l’anima».
Simone Cristicchi aveva già raccontato la storia di questo piccolo gioiello che sta emozionando l’Italia: «Sul palco dell’Ariston porto una canzone molto intima e poetica, che parla di quando nella vita, con il passare del tempo, diventiamo genitori dei nostri genitori e restituiamo loro tutto l’amore che abbiamo ricevuto. ‘Quando sarai piccola’ è una canzone che nasce per indagare il rapporto, la relazione che c’è, tra genitori e figli sul momento in cui questi due ruoli si ribaltano e quindi si diventa genitori dei nostri genitori».
Ma come è nata la passione tra Cristicchi e Amara, un’altra perla delle grandi storie d’amore che circolano nel backstage del teatro Ariston? L’incontro tra fatale avvenne nel 2019 a Fiesole, dando vita a una forte sintonia artistica che si è presto trasformata in amore: «Ho conosciuto per prima la tua arte profonda – ha scritto in passato Simone sui social per festeggiare la sua compagna – la tua voce incantevole, il tuo carisma eccezionale. Ho trovato in te una donna dalla forza incredibile, capace di starmi vicina sempre, soprattutto nei momenti difficili. Vorrei saper raccontare al mondo il mistero straordinario che sei, so solo che ogni giorno insieme a te è un dono inestimabile, irripetibile».
Erika Mineo è diventata Amara esattamente vent’anni fa, nel lontano 2005, quando partecipò al talent tv ‘Amici’. Non andò benissimo, ma la giovane ventenne di Prato arrivò tra i finalisti e si fece notare per la grande voce. Nel 2014 è arrivato il suo primo Sanremo (dopo aver vinto l’anno precedente la difficile selezione di Area Sanremo), dove è tornata nel 2017 per duettare, non in gara, con Paolo Vallesi. Il suo capolavoro è la firma sullo splendido brano ‘Che sia benedetta’, interpretata da Fiorella Mannoia, chele regalò il premio per miglior testo. Ha scritto canzoni anche per Emma Marrone, Elodie e altri grandi artisti della musica leggera di casa nostra.
«C’è voluto tempo per cesellare i versi, non era facile – ha raccontato da Sanremo Simone Cristicchi – Con Amara ci eravamo concentrati soprattutto sulla tenerezza, sul senso di prendersi cura, di vedere questa madre anziana che diventa bambina. Poi abbiamo sentito l’importanza di inserire il senso di impotenza davanti alla trasformazione della vita, e quindi la rabbia. Abbiamo lavorato tantissimo su questo brano, perché non è facile raccontare una cosa così privata». Ora insieme duettano con ‘La Cura’ di Franco Battiato, mostrando sul palco il loro rapporto sentimentale. Un’altra coppia che nella città dei Fiori ha portato un grande amore.